L’entusiasmo della sconfitta.
Il rugby è uno sport speciale e su questa sua caratteristica spesso si costruisce una retorica.
Ho iniziato da qualche anno a riconoscerla nella distanza tra proclami ed azioni.
Ho addirittura imparato a diffidarne con cinismo.
Poi, però, capitano giornate come queste…
La nostra giovane under 14 è ospite del Villa Pamphili ed i nostri avversari si aggiudicano il match con ampio merito e risultato rotondo senza permetterci di segnare una meta.
Ma chiunque abbia avuto la fortuna di essere sugli spalti questo pomeriggio avrà pensato che gli Arnold abbiano fatto la partita del secolo.
Perché è vero che il rugby è anche retorica, ma ci sono realtà nelle quali i motivi su cui questa retorica si innesta, li coltivano seriamente e li mettono in pratica.
Ed allora riconoscere il progresso del singolo, la crescita collettiva e l’applicazione di ciò che si è provato in settimana è percepito come il successo più importante.
Lo si riconosce sugli spalti festeggiando una sconfitta e, sopratutto, lo riconoscono i ragazzi.
Ragazzi che andrebbero ringraziati uno per uno. Anche da chi sul rugby, costruisce solo retorica.
Papà Cristian